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L'impacco Idratante

IDRATAZIONE DEL CAPELLO



COS'È L'IMPACCO IDRATANTE?


L’impacco idratante altro non è che un impacco la cui funzione è quella di apportare dall’esterno idratazione (ovvero, "assorbimento di acqua da parte di una sostanza, di un organismo, o di tessuto") al capello.
Nonostante si sia sempre detto che una corretta alimentazione e idratazione corporea siano le fondamenta per poter aver una chioma sana, il capello non riceve acqua dall’interno pertanto questa tipologia d’impacco si rivela indispensabile per compensare tale mancanza.
Alla disidratazione pilifera conseguono secchezza e crespo -che rendono la chioma meno resistente-, mancanza di definizione, fragilità del capello ecc. . I modi per evitare che questo accada, o meglio, per contrastare questo fenomeno sono tanti, ma tutti hanno uno scopo comune: apportare acqua al capello.



QUANDO SERVE L'IMPACCO IDRATANTE?


Premettendo che, come spesso ribadito, per mantenere il capello sano questo deve essere curato costantemente con impacchi ben bilanciati fra idratanti nutrienti ed eventualmente ristrutturanti, se i capelli si presentano crespi (con conseguente volume anormale), secchi, stopposi e dunque ingestibili, è probabile che necessitino idratazione. Sarà dunque opportuno prediligere l'apporto d'acqua alla nutrizione.

Gli oli e i burri infatti, se usati male o troppo spesso, rischieranno di far ottenere l’effetto rebound, seccando ulteriormente i capelli.
L’apporto di lipidi è fondamentale tanto quanto l’apporto di acqua, di fatti dopo l’applicazione di queste sostanze la chioma risulterà morbida, disciplinata e dalla superficie liscia. Tuttavia eccedere con questo genere di impacchi a lungo andare può portare ad un peggioramento dei problemi sopracitati per una semplice regola chimica: simile scioglie simile. I lipidi risultano quindi una soluzione istantanea a breve termine e soprattutto con possibili effetti collaterali, l’unico modo per porre rimedio alla disidratazione è affidarsi alle sostanze in grado di reidratare il nostro capello.

Ad incidere sulla perdita di acqua da parte del capello abbiamo l’utilizzo di fonti di calore, o meglio dell’unico strumento a caldo tollerato (sottostando a determinate condizioni), ovvero il phon.
Laddove fosse possibile sarebbe opportuno riporlo nel cassetto durante la stagione calda per non sottoporre i capelli a fonti di calore non necessarie, per poi tornarlo ad utilizzare, con le giuste precauzioni, d'inverno.
Parlando di stagioni anche il clima incide sulla disidratazione del capello: il caldo eccessivo dell’estate favorisce la disidratazione e la secchezza pilifera e sarà quindi necessario prestare maggiore attenzione alla cura dei nostri capelli.

È inoltre doveroso rendere conforto a quei casi in cui una persona presenta per genetica una chioma crespa. Purtroppo la situazione di fondo non può cambiare radicalmente, nel senso che un capello tendenzialmente crespo se lasciato a se stesso è facile che torni ad essere crespo, ma questo non vuol dire che i capelli debbano rimanere per sempre crespi: ci sono infatti piccoli accorgimenti da avere che miglioreranno la situazione.



COSA USARE E COME FARE L'IMPACCO IDRATANTE?


Per l’impacco idratante andranno scelte sostanze in grado di dare acqua ai capelli (mucillagini, gel di amidi, sostanze zuccherine, miele o zucchero, umettanti che favoreggiano il mantenimento dell'idratazione, glicerina pantenolo, o ancora la frutta ricca di acqua e zuccheri).

Gli ingredienti idratanti possono essere utilizzati insieme in un unico impacco (ad esempio si può utilizzare un tipo di gel con miele/zucchero, più una determinata quantità di glicerina), oppure possono essere uniti ad ingredienti nutrienti, creando un impacco misto oppure prevalentemente nutriente in base agli ingredienti usati!
Inoltre in queste tipologie di impacchi vengono spesso utilizzati balsami e maschere (in genere contenenti sia ingredienti idratanti che nutrienti) in grado, grazie al loro potere districante ed ammorbidente, di aiutare a disciplinare anche le chiome più aride.



QUANDO APPLICARE L'IMPACCO IDRATANTE?


Questo impacco va applicato post-shampoo (pre o post balsamo/maschera a preferenza) e richiede un risciacquo con sola acqua e successivamente l'immancabile risciacquo acido. Nel caso non si sia inserito un balsamo o una maschera all’interno dell’impacco e i capelli lo richiedessero si potrà applicare una noce di balsamo per districarli meglio.

L’impacco idratante può essere applicato anche pre-shampoo, anche se raramente viene prediletta questa applicazione, in quanto gli effetti dovrebbero essere più duraturi se l’impacco non viene “lavato via”, ma come sempre bisogna sperimentare perché ogni chioma è una storia a sé.

Il tempo di posa dell'impacco idratante a base di gel è di un'ora, massimo un'ora e 45 minuti. Eppure sono recentemente apparsi casi che necessitano una posa prolungata, fino alle due o quasi tre ore (e qui mi sento di consigliare di non andare oltre per evitare problemi di salute). Invece, in caso ci stessimo affidando alle erbe cosmetiche contenti mucillagini il tempo di posa è prolungato ed è definito dal tipo di erba usata.



CONTROINDICAZIONI DELL'IMPACCO IDRATANTE


Qualche tempo fa si sollevò una polemica (con annessi allarmismi, ahimè) sull'Hygral Fatigue -erroneamente conosciuto anche come "hydral fatigue"- un argomento largamente accennato intorno cui però aleggiano dubbi e scetticismo, vediamo bene di cosa si tratta.
Il cosiddetto affaticamento da espansione è da attribuire ad una "sovra idratazione" dei capelli, che, stressati dal continuo espandersi (bagnandosi) e ritrarsi (asciugando) del capello tendono ad aumentare la porosità, in quanto le squame, provate, potrebbero rimanere alzate, o peggio perdere di elasticità a causa dell'impoverimento del capello in seguito alla perdita di proteine.

Ovviamente c'è poco di cui preoccuparsi, poiché per risentire dell'affaticamento da espansione dovremmo tenere i nostri capelli bagnati (ben diverso da umidi) o immersi nell'acqua per lunghi periodi di tempo e frequentemente -insomma dovremmo essere sirene-, ma questo fortunatamente non è assolutamente il caso dell'impacco idratante o dell'asciugatura senza calore.
Tuttavia, per rassicurarvi -ed eventualmente incentivare prevenzioni qualora vi fossero fondati sospetti- andiamo ad analizzare le situazioni in cui potrebbe insorgere l'hygral fatigue.
La prolungata immersione nell'acqua della piscina, con influenza della presenza di cloro, potrebbe essere causa di un affaticamento da espansione. Eppure c'è sempre un "ma", si tratta in fatti di casi straordinari, che dovrebbero superare alla gran lunga i tempi di immersione di Federica Pellegrini sotto allenamento. Dunque va da sé che la situazione è statisticamente pressoché impossibile.

Anche un capello provato -distrutto, correttamente- dalla decolorazione e trattamenti aggressivi simili, se stressato ulteriormente dai troppo frequenti impacchi, potrebbe incorrere nell'hygral fatigue, ma questo è da attribuire primariamente ai danni arrecati in precedenza, pertanto anche qui non ci sono gli elementi adatti per attribuire con certezza la causa ad una possibile sovra idratazione. Tuttavia, si può con certezza affermare che un rallentamento e/o regressione dei progressi, in tal caso, è da attribuire agli impacchi troppo frequenti, che contribuiscono dunque all'affaticamento generale del capello. Un capello che, ricordiamo, è ormai distrutto dai trattamenti sopracitati, non potrà essere ristrutturato in alcun modo, ben che meno con un trattamento intensivo controproducente, l’unica soluzione è il taglio.

Sembra inoltre doveroso dire che, stando alle recensioni sul web di questo fenomeno da espansione, a soffrirne siano maggiormente i capelli afro (per genetica, non per struttura) in quanto si tratta di geni abituati ad ambienti aridi. Anche qui però non c'è alcun supporto scientifico, non contando poi la mescolanza etnica.

Inoltre, in caso di capello sano si potrebbe precipitosamente pensare di esser imbattuti nell'hygral fatigue e la causa è da attribuirsi al miele, se fosse di vostro utilizzo.
Essendo una sostanza igroscopica, esso assorbirà le molecole d'acqua presenti nel capello invece che favorirne la presa come accade per i capelli disidratati, pertanto capelli sani dovrebbero limitarne l'uso e soprattutto diminuire le dosi -alle volte fino ad eliminarlo- qualora incorresse la secchezza dopo i suo utilizzo.

Ora che abbiamo fatto chiarezza e calmato le acque, parliamo di quanto detto in merito Fabrizio Zago, noto chimico industriale del vecchio biodizionario e del nuovo EcoBioControl. Sappiamo che il suddetto dissente su quanto detto finora riguardante l'hygral fatigue, ma, sebbene gli si sia data man forte, c'è comunque da tenere in considerazione il fatto che eccedere con gli impacchi non è mai un bene, a prescindere dall’hygral fatigue. 

Il capello ha bisogno sì di cure, ma ancor prima di tempo e pazienza, sovraccaricarlo di impacchi lo stresserà, portando, come detto prima, ad un regresso del progressi sperati, pertanto vi raccomando "chi va piano va sano e va lontano". Un massimo di un impacco idratante alla settimana, ogni dieci giorni sarà più che sufficiente.
È bene non fare mai due impacchi insieme inoltre poiché i capelli non ne trarrebbero i giusti benefici, ma, al contrario, l’eccesso di idratazione e/o nutrimento andrà a depositarsi sui nostri capelli in quanto non assorbito e avremo sottoposto la chioma a uno stress inutile.
Non vi resta che impaccare con calma e coscienza!



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